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Ambiente e transizione ecologica sulla Via Maestra

Sabato 7 ottobre anche il WWF Italia in piazza con oltre 100 associazioni per la tutela della Costituzione, dell’ambiente e dei diritti

Sabato 7 ottobre in piazza per la tutela della Costituzione, dell’ambiente e dei diritti

Sabato 7 ottobre il WWF Italia sarà in piazza a Roma per la manifestazione nazionale “La Via Maestra” indetta da oltre 100 organizzazioni per la difesa e l’attuazione della Costituzione e per ribadire il diritto di tutti a vivere in un ambiente sano e sicuro.

“Le ragioni che ci hanno spinto a promuovere questa manifestazione insieme a tante altre realtà della società civile sono molteplici- dichiara Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia-. Innanzitutto, una forte preoccupazione sui ritardi che, come Paese, stiamo accumulando sulla transizione ecologica. Alte temperature, siccità ed eventi atmosferici estremi stanno incidendo sulla sicurezza dei cittadini e sulla stessa economia. Cosa si deve attendere ancora per agire e superare la dipendenza dalle fonti fossili? Il concetto di ‘transizione più lenta’, che ciclicamente si affaccia nel dibattito politico, rappresenta un paradosso perché una transizione lenta non risponderebbe alle indicazioni della comunità scientifica, che invita anzi ad accelerare, e sarebbe perciò inutile. Ritardare le scelte sull’abbandono delle fonti fossili o sul passaggio dall’agricoltura industriale all’agroecologia rischia peraltro di colpire proprio le fasce più deboli della popolazione. Non cogliere la sfida della transizione, in un Paese come l’Italia che potrebbe essere tra i più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale, vuol dire anche esporsi all’irrilevanza economica e al disastro sociale. Come ci ha ricordato Papa Francesco ieri, chi oggi detiene il potere rischia di essere ricordato per l’incapacità di agire quando era urgente e necessario farlo”.

Altro tema al centro della manifestazione è il disegno di legge del Governo sulla cosiddetta “autonomia differenziata” che stabilisce le procedure con cui le Regioni a statuto ordinario potranno chiedere e ottenere dallo Stato forme speciali di autonomia.

“Si tratta di una riforma che rischia di produrre effetti negativi in molti settori, compreso quello della tutela ambientale- aggiunge Dante Caserta-. Il Governo ha nominato un Comitato per la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) che le Regioni dovranno obbligatoriamente garantire per ottenere il riconoscimento dell’autonomia su varie materie, compresa la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. La tutela dell’ambiente non garantisce solo salute e benessere, ma anche quei servizi ecosistemici che generano acqua potabile, qualità dell’area, fertilità del suolo. Pensare di spezzettare la tutela per ambiti regionali costituisce un errore gravissimo. Governo e Parlamento dovrebbero prendere atto del fatto che i cittadini, in qualunque regione italiana vivano, devono veder riconosciuto in modo uguale e intangibile il loro diritto alla natura”.

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