Pandanews

Prevenzione e lotta agli incendi nelle Oasi

Azioni e sistemi tecnologici innovativi che aiutano a proteggere la biodiversità nelle nostre aree protette

Nessun luogo al sicuro dal cambiamento climatico

Nessun luogo è al sicuro dagli effetti del cambiamento climatico, nemmeno le Oasi WWF. Oltre alle alluvioni sempre più frequenti, anche gli incendi rappresentano un rischio sempre maggiore anche in Italia, così come indicato dal report sugli scenari climatici italiani elaborato dal CMCC (Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici). Un esempio recente è quello della la nostra Oasi calabrese del Lago di Angitola colpita dalle fiamme.

È qui che entrano in campo le azioni di prevenzione, ma anche alcuni strumenti tecnologici innovativi, che agiscono con sempre maggiore efficacia per la tutela della natura.

Il piano antincendio boschivo

La prevenzione fatta nella gestione boschiva da parte dell’uomo e dal gestore dell’Oasi è elemento fondamentale. Gli strumenti previsti dal PAIB (piano antincendio boschivo) sono di supporto alle decisioni, ai fini del coordinamento delle attività e degli interventi di prevenzione e lotta antincendio.

Le attività di conoscenza del territorio, della vegetazione che vengono svolte tutto l’anno nelle oasi sono la prevenzione migliore che si possa fare.

La tecnologia al servizio della natura

Ma se da un lato la conoscenza della vegetazione e la corretta gestione del territorio sono essenziali sul fronte della prevenzione, dall’altro sistemi tecnologici innovativi permettono di intervenire con sempre maggiore efficacia salvaguardando la biodiversità. La Riserva Naturale Le Cesine e l’Oasi WWF Cratere degli Astroni hanno messo a punto, collaborando con diversi enti, strumenti tecnologici avanzati per la lotta agli incendi integrandole alle attività di gestione e controllo del territorio.

Gli “alberi parlanti” alle Cesine in Puglia

Progettato e realizzato da CMCC e Protezione Civile Regione Puglia nell’Oasi Le Cesine, il progetto OFIDIA 2 conta su ben 30 “alberi parlanti” (Tree Talker) in grado di informare sullo stato idrico degli alberi, la temperatura fogliare, l’ampiezza ed il colore della chioma, fornendo dati di pre-allarme e allertando su eventuali stress della foresta, mentre 30 ulteriori sensori “Tree Talker Fire” riescono a individuare la presenza di una fiamma di pochi centimetri alla distanza di 30 metri, oltre a misurare la concentrazione di anidride carbonica e particolato atmosferico. Insieme ad una centralina meteo collegata ad una sala operativa, consentono di calcolare, in tempo reale, pericolo e probabilità d’incendio o avvisano, geolocalizzandolo, il principio d’incendio in corso, consentendo un immediato intervento delle squadre antincendio che presidiano il territorio. Anche grazie a questo sistema, il principio di incendio sviluppatosi ad inizio maggio è stato domato prontamente, evitando l’espandersi delle fiamme come nel disastroso incendio del 2018.

Gli “alberi parlanti” all’Oasi WWF delle Cesine in Puglia

Sensori termici e telecamere al Cratere degli Astroni in Campania

Anche all’interno dell’Oasi WWF Cratere degli Astroni, grazie al progetto ABCD, è stato installato un sistema di prevenzione degli incendi composto da sensori termici e videocamere in grado di monitorare l’area in tempo reale, grazie a sensori di temperatura, umidità e CO2 che inviano dati ad una piattaforma in Cloud. Questo permette non solo di conoscere in tempo reale i valori dei parametri misurati, ma anche di avere una serie storica di dati e visualizzare quindi le variazioni di questi parametri in base ai diversi orari ed alle diverse condizioni atmosferiche. Molto interessante è osservare il «respiro degli alberi», ovvero un calo della produzione di CO2 nelle ore diurne ed un aumento durante le fasi notturne: questo dimostra come gli alberi assorbono CO2 durante la giornata e parte di essa viene rilasciata gradualmente nelle ore notturne. Un vero e proprio respiro dei nostri migliori alleati nella lotta al cambiamento climatico.

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