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Barilla e WWF insieme per il progetto “Carta del Mulino”

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, parte la campagna di comunicazione sul progetto “La Carta del Mulino” realizzato da Mulino Bianco, brand del gruppo Barilla, in collaborazione con il WWF Italia, l’Università di Bologna, l’Università della Tuscia…

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, parte la campagna di comunicazione sul progetto “La Carta del Mulino” realizzato da Mulino Bianco, brand del gruppo Barilla, in collaborazione con il WWF Italia, l’Università di Bologna, l’Università della Tuscia e Open Fields. Il progetto è un esempio concreto di buona pratica per la transizione ecologica dell’agricoltura, con l’obiettivo di rendere la filiera della coltivazione del grano tenero più sostenibile, restituendo spazio alla natura nelle aziende agricole, favorendo la naturale fertilità del suolo, riducendo l’uso dei prodotti chimici di sintesi nella filiera produttiva e riducendo il rischio inquinamento dei terreni agricoli.
Il progetto coinvolge tutti gli attori della filiera del grano tenero, anticipando gli obiettivi indicati per il 2030 dall’Unione Europea con le due Strategie per il Green Deal, “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”. Il contributo del progetto è riassunto nelle 10 regole del disciplinare definito da Barilla e WWF Italia, con il supporto dei partner tecnici e scientifici, in particolare:

  • la conversione in aree per la protezione della biodiversità, seminate con fiori nettariferi, nel 3% della superficie agricola aziendale destinata alla produzione di grano tenero in aggiunta alle aree di interesse ecologico, già previste dalla legislazione in materia;
  • l’obbligo delle rotazioni delle colture per favorire il mantenimento della naturale fertilità del suolo;
  • il divieto dell’uso del glifosate dalla presemina (60 giorni prima della semina) fino al raccolto, non solo in Italia (dove l’utilizzo del glifosate è già vietato solo nella fase di pre-raccolta) ma anche in quei Paesi europei coinvolti nel progetto (Francia, Austria, Slovacchia, Ungheria e Romania) dove sarebbe consentito dalle norme nazionali;
  • il divieto di utilizzo dei fanghi di depurazione su tutte le particelle di grano tenero, interessate dal piano di rotazione pianificato, a partire dall’annata agraria di adesione al progetto, eliminando così il rischio di contaminazione dei terreni con sostanze chimiche pericolose;
  • il divieto di utilizzo di semi conciati con neonicotinoidi, i pesticidi tossici per le api e altri impollinatori, esteso a tutta questa classe di sostanze chimiche;
  • per conservare il grano possono essere utilizzati metodi fisici (refrigerazione o atmosfera modificata), metodi ammessi in agricoltura biologica e l’utilizzo limitato di sostanze chimiche di sintesi.

Un risultato importante per il WWF e per Mulino Bianco sono i 1.800 ettari raggiunti nella presente Campagna Agraria di superficie agricola trasformati in aree per la protezione della biodiversità, con la semina di fiori nettariferi utili per l’alimentazione degli insetti impollinatori ed infrastrutture verdi.
Il WWF ha contribuito a selezionare le specie dei “Fiori del Mulino” più adatte in relazione al loro periodo di fioritura, per garantire la risorsa alimentare per gli insetti per un ampio periodo di tempo, ma anche per riportare accanto ai campi di grano tenero specie selvatiche diventate oggi rare, come ad esempio il papavero, il fiordaliso, i trifogli e la camomilla. Si tratta di un esempio concreto di restauro ecologico diffuso nelle nostre campagne per diversificare gli agroecosistemi, aumentare la loro biodiversità, riconsegnando spazio alla Natura, funzionale anche agli obiettivi indicati dalla Campagna WWF “ReNature Italy”
 
La sostenibilità della farina di grano tenero della filiera “La Carta del Mulino” non è solo ambientale ma anche economica. L’impegno di Barilla nel progetto prevede anche il riconoscimento per gli agricoltori e tutti gli altri attori coinvolti nella filiera di un premio per il grano tenero sostenibile conferito per la produzione dei prodotti Mulino Bianco, in grado di compensare le minori rese per le superfici agricole che saranno riconsegnate alla Natura, ed i maggiori costi per l’applicazione delle buone pratiche indicate dal disciplinare, a vantaggio di tutti.
 
Per Alessandra Prampolini, Direttore Generale del WWF Italia, «La “Carta del Mulino” è un esempio di collaborazione tra una grande azienda agroalimentare, una organizzazione impegnata nella conservazione della natura, il mondo accademico e tutti gli attori della filiera del grano tenero, agricoltori, stoccatori e mulini, che dimostra concretamente come lavorando tutti insieme è possibile cambiare la nostra agricoltura per renderla più sostenibile, tutelando l’ambiente, i consumatori e il reddito delle aziende agricole».

Con il progetto a regime nel 2022 il numero di aziende agricole coinvolte saranno circa 3.000 e gli ettari interessati dalla coltivazione di grano tenero sostenibile saranno oltre 60.000, con 1.800 ettari di terreno agricolo restituiti alla Natura. 

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