AQUILE

L’aquila reale vive con una popolazioni in salute su tutto l’arco alpino, sugli Appennini, in Sicilia e Sardegna con un numero di coppie di circa 490-550, la gran parte sulle Alpi.

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  • 9
    specie di rapaci del Genere Aquila in Italia.
  • 75%
    circa delle coppie di aquila reale in Italia vivono sulle Alpi.
  • 50%
    e oltre delle loro prede sono marmotte.

L’ABC DELLA SPECIE

L’aquila reale è presente in tutto l’arco alpino, negli Appennini, in Sicilia e Sardegna con una popolazione valutata in circa 650 coppie complessive, la gran parte delle quali nella zona alpina. La disponibilità di pareti rocciose dove costruire il nido e la abbondanza di prede sono fattori determinanti per la scelta dei territori da occupare e la riproduzione. È una specie che ha mostrato un netto aumento della popolazione negli ultimi decenni e oggi in Italia, per le capacità spaziali, si trova quasi al massimo delle sue potenzialità. 

Ben diversa è la situazione della più piccola e meno conosciuta aquila di Bonelli, il cui nome è un omaggio al naturalista dell’800 Franco Andrea Bonelli. Oggi ne sopravvivono circa 65 coppie in Sicilia, con presenze sporadiche in Calabria e Sardegna, area di un recente progetto di reintroduzione per riportare la specie nell’isola in seguito al drastico calo negli anni ‘70 e ’80. Dal 2018 al 2020 sono stati liberati ben 21 individui, alcuni dei quali purtroppo uccisi per mano dell’uomo. 

In Europa meridionale l’aquila reale si nutre per il 70-80% di piccoli e medi mammiferi, mentre nelle aree settentrionali l’avifauna rappresenta il 40-70% della dieta. Le specie maggiormente predate sono volpi, lepri, marmotte, conigli selvatici e faine. Tra le specie di uccelli cacciate troviamo pernici, corvidi e altri rapaci di piccole dimensioni. Può capitare che in stagioni avverse si nutra anche di resti e carcasse animali. 

L’aquila di Bonelli ha abitudini alimentari molto più specializzate: si nutre di piccoli mammiferi, ma soprattutto di lagomorfi come lepri e conigli selvatici, o altre specie di uccelli come piccioni e colombi. 

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

Nove specie di aquile frequentano la nostra penisola, oltre le due specie descritte che nidificano stabilmente, alcune arrivano in Italia per trascorrere soprattutto l’inverno, come le due specie di aquila anatraia e l’aquila minore. Altre specie invece si possono osservare di passaggio durante i periodi di migrazione, in primavera o in autunno, come l’aquila rapace o l’aquila imperiale. Andrebbe anche annoverata un’altra specie che nidifica in Italia che appartiene però al genere Circaetus: il biancone, un piccolo rapace che si nutre quasi interamente di serpenti. 

In Italia l’aquila reale nidifica prevalentemente su pareti rocciose e in alcuni casi i siti utilizzati sono i medesimi nel corso degli anni. In altri paesi, come la Spagna o il Nord Europa, non sono invece rari i casi in cui la specie nidifica sui rami e le cime di grandi alberi. 

LE MINACCE

Nonostante tutte le specie di rapaci godano di protezione legale e la loro caccia sia penalmente perseguitata, le aquile sono ancora estremamente minacciate da uccisioni illegali, avvelenamenti e prelievi di esemplari per la pratica della falconeria. Nell’estate 2020 ci sono stati due casi, uno sulle Alpi e uno nelle Marche, di esemplari di aquila reale uccisi direttamente al nido durante il periodo di cova. 

Lo stesso vale per l’aquila di Bonelli, specie per la quale il WWF con la collaborazione di diversi Enti porta avanti diverse attività per assicurarne la conservazione in Sicilia e in Sardegna.  

La lista rossa italiana delle specie minacciate considera l’aquila reale “Quasi minacciata – NT” e l’aquila del Bonelli “In pericolo critico – CR”. 

COSA FA IL WWF

La conservazione dei rapaci è legata non solo alla riduzione della persecuzione diretta da parte dell’uomo, ma anche alla riduzione delle cause di mortalità accidentale, come l’elettrocuzione o l’annegamento in cisterne per la raccolta dell’acqua. Inoltre, è necessaria una attività di sorveglianza e tutela dei siti di nidificazione nonché il mantenimento delle popolazioni delle loro prede naturali.  

La silvicoltura intensiva, l’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci nell’agricoltura, la distruzione degli habitat riproduttivi o utilizzati per l’alimentazione sono tra le cause principali che contribuiscono alla scomparsa di molte di queste specie. 

Lavoriamo per la tutela dei rapaci non solo con la rete delle nostre oasi che proteggono alcuni dei siti di presenza della specie più importanti in Italia, ma anche con specifici progetti come l’appena concluso LIFE ConRaSi coordinato dal WWF Italia e cofinanziato dalla UE per la tutela dell’aquila di Bonelli, del capovaccaio e del falco lanario in Sicilia. Ad oggi abbiamo all’attivo una campagna specifica per la salvaguardia dei rapaci siciliani, con un focus sulla conservazione del falco lanario. 

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