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Le autorità avrebbero dovuto prendere iniziative per prevenire e scongiurare questa emergenza

Otto fra associazioni, gruppi e singoli ambientalisti hanno presentato un esposto-denuncia ai Procuratori della Repubblica di Caltanissetta e di Gela in merito alle attività di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi nel territorio provinciale. L’esposto, sottoscritto tra gli altri da Salvatore Nocera del Coordinamento regionale “SalviAmo i Boschi” ed Ennio Bonfanti del WWF Sicilia Centrale, trae origine dalla gravissima situazione degli incendi che hanno colpito la provincia sin dal mese di maggio 2021 e che ha interessato la Riserva “Biviere di Gela” ma anche Niscemi.

Bruciati migliaia di ettari di bosco


Incendi che in provincia di Caltanissetta, come in tutta la Sicilia, hanno bruciato migliaia di ettari di aree boschive e, quel che è più grave, aree protette, Siti “Natura 2000”, Riserve e Parchi regionali. “Incendi, a detta delle forze di controllo preposte, quasi sempre dolosi, spesso appiccati da mani criminali esperte, in ore serali o notturne e in rapida successione così da impedire efficaci azioni di spegnimento. Incendi – sottolineano gli esponenti nella loro denuncia – che distruggono un patrimonio naturalistico di alberi e fauna, che sottraggono ambienti pregiati e benessere alle comunità, che distruggono preziose aree agricole e che minacciano le case di civile abitazione con pericolo di vita per gli abitanti. E, considerando il riscaldamento globale ormai accertato dalla comunità scientifica, tali incendi contribuiscono ad aumentare la quantità di CO2 in circolo con le conseguenze negative note”.

I ritardi nella prevenzione


Nell’esposto si evidenziano numerose e gravi inadempienze e ritardi nelle azioni preventive: “in particolare la campagna di prevenzione agli incendi 2021 è partita in forte ritardo nonostante i ripetuti appelli ad anticipare la stagione da parte delle Associazioni ambientaliste e nonostante i primi incendi fossero già stati avvistati nel mese di marzo; nella maggior parte dei territori i viali parafuoco non sono stati a tutt’oggi realizzati a causa del ritardo nell’approvazione in bilancio dei fondi per la retribuzione degli addetti. Ciò rende più pericolose le operazioni di spegnimento da terra e favorisce il propagarsi degli incendi”.


Per questo i sottoscrittori dell’esposto ritengono “necessario accertare se e come le autorità e organi competenti abbiano attuato – in maniera completa ed efficace – tutte le azioni ed attività loro demandate per legge. In particolare, si evidenzia che sul territorio provinciale è palesemente riscontrabile da chiunque l’assenza di pulizia dei bordi stradali di competenze dei gestori delle strade stesse (Comune, Libero Consorzio, ANAS, Privati ecc.)”. Anche proprietari e conduttori di fondi avrebbero dovuto tener puliti i loro terreni.
Insomma, oltre a eventuali colpevoli di “fatti penalmente rilevanti”, da individuare e perseguire, le associazioni chiedono che le amministrazioni interessate vengano poste di fronte alle loro responsabilità. A loro spetta infatti mettere in atto tutte le iniziative possibili per prevenire gli incendi.

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