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Lontra morta recuperata in provincia di Taranto

Una lontra morta è stata ritrovata nei giorni scorsi in provincia di Taranto nei pressi del Mar Piccolo nell’area del nascente Ecomuseo del Mar Piccolo (eco.Pa.Mar). Probabilmente all’animale, in fase di spostamento, è stato fatale l’impatto con un…

Una lontra morta è stata ritrovata nei giorni scorsi in provincia di Taranto nei pressi del Mar Piccolo nell’area del nascente Ecomuseo del Mar Piccolo (eco.Pa.Mar). Probabilmente all’animale, in fase di spostamento, è stato fatale l’impatto con un auto. Abitatrice delle acque dolci, la “Signora dei fiumi” frequenta anche le zone costiere. Il ritrovamento è stato fatto dal sig. Natale Santagata, che ha prontamente allertato i responsabili del progetto Sos Animali del WWF Taranto (in collaborazione con Balto&Togo, Arpec Puglia, Dany’s Ranch di lido Azzurro).

L’animale, una femmina lunga 97 cm. e del peso di 4.5 kg. presentava all’esame radiografico diverse fratture a carico del cranio e agli arti anteriori. La carcassa è stata consegnata all’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Taranto per le analisi di routine sulla fauna in pericolo di estinzione. La notizia è stata segnalata all’ISPRA per la mappature delle zone d’avvistamento.

Secondo la Lista Rossa IUCN, la lontra in Italia è stata classificata come specie in pericolo: le principali minacce per la specie sono l’inquinamento delle acque, il depauperamento della fauna ittica, la cementificazione degli argini e la scomparsa della vegetazione ripariale, le collisioni con gli autoveicoli. La lontra è protetta in Italia dal 1977 ma resta, come popolazione italiana, a rischio di estinzione. Si tratta della prima segnalazione della presenza della lontra nell’area del Mar Piccolo: in passato segnalazioni hanno riguardato le zone della litoranea che scende verso la Basilicata, sul fiume Lemma e sul fiume Lato.

La lontra nel nostro paese sopravvive con due nuclei. Quello più consistente che abita nell’Italia meridionale, lungo i corsi d’acqua che si estendono tra Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.  In questi areali rivestono una significativa importanza le Oasi WWF delle Grotte del Bussento e Persano (Salerno), Policoro (Matera). E quello più recente e frammentato, costituito da individui che dall’Austria e Slovenia, hanno raggiunto alcuni corsi d’acqua  trentini e friulani. E’ difficile fare una stima esatta sul numero di esemplari che costituiscono la popolazione italiana. Sicuramente maggiore rispetto a quella segnalata negli anni ’70 del Novecento, pari a circa un centinaio di individui. Si può ragionevolmente immaginare che sia comunque superiore ai 300 individui.
 

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