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Le risposte giuste alle domande sul nucleare

In un periodo di crisi economica e di risorse come quello che stiamo vivendo, ecco le risposte giuste alle domande sul nucleare

In un periodo di crisi economica e di scarsità di risorse come quello che stiamo vivendo, è importante conoscere le risposte giuste.

Si fa un gran parlare di nucleare, sulla spinta di una campagna ben orchestrata. È una discussione inutile, che fa perdere tempo dalle reali soluzioni per la crisi energetica, il ticket costituito dall’approvvigionamento al 100% da fonti rinnovabili e da una forte spinta collettiva all’efficienza/risparmio energetico.

Quando si leggono messaggi o articoli propagandistici occorre chiedersi: il contributo del nucleare è indispensabile per il fabbisogno energetico mondiale? L’energia nucleare è una fonte a zero emissioni e non inquinante? E contribuirebbe a ridurre le nostre bollette?

La conoscenza delle implicazioni di una tecnologia così complessa e problematica non può però essere affidata ad una serie di affermazioni assolutamente inesatte sul piano tecnico scientifico e spesso puramente ideologiche (quelle sì). Per questo il WWF vuole fare chiarezza rispondendo alle domande più frequenti, chiarendo i dubbi principali che le persone si pongono.  

Il documento “Le risposte giuste alle domande sul nucleare” è un botta e risposta che sostanzia con dati effettivi le ragioni per cui il nucleare rappresenta una strada sbagliata e dannosa per una vera transizione energetica verso l’obiettivo 100% rinnovabili, unica soluzione realmente in grado di garantire la decarbonizzazione del sistema energetico e la vera sicurezza per le persone, per l’economia e per il Paese.

  • Le risposte sul nucleare
    Le risposte sul nucleare

    Il botta e risposta del WWF per una vera transizione energetica

Analizzando aspetti relativi a tempi, costi, efficienza, sostenibilità, sicurezza, e molti altri ancora, abbiamo provato a fornire un quadro che possa consentire a tutti di formarsi una opinione che parta da basi scientifiche e concrete, raccolte da fonti autorevoli. Il risultato che si può trarre da questo lavoro di sintesi è che il contributo attuale al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare è decisamente modesto (siamo all’1,6% di energia primaria), e se il nostro paese decidesse di investire in questa costosa tecnologia per produrre energia elettrica, dovremmo attingere a riserve di uranio (anch’esso risorsa limitata) da altri Paesi.

In merito alle ripercussioni sulle nostre bollette – una delle questioni più discusse in questo momento – le fonti energetiche rinnovabili generalmente mostrano i costi più bassi rispetto al nucleare e alle fonti fossili, tenendo conto non solo del costo del combustibile, ma anche delle spese di gestione e manutenzione dell’impianto, smaltimento delle scorie, ecc. E le recenti forti fluttuazioni al rialzo dei costi energetici dovute a molteplici fattori non hanno affatto intaccato la maggior competitività delle rinnovabili o reso più economico il nucleare, come anche i recenti dati francesi dimostrano.

Insomma, tutti i dati ci mostrano come la grave crisi che vive il nucleare a livello mondiale abbia molteplici ragioni tecniche ed economiche, e pensare oggi di riproporlo in Italia – che con ben due referendum ha dichiarato la propria netta contrarietà a questa fonte – rischia di fare perdere tempo e denaro preziosi. Dovremmo invece concentrarci sullo sviluppo massiccio delle rinnovabili, di sistemi di accumulo diversificati, di potenziamento delle reti di connessione, oltre che sul miglioramento dell’efficienza energetica in tutti i settori.

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