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Operazione Mala Pigna tra Calabria e Lombardia

Un ingente quantitativo di rifiuti speciali veniva interrato nei terreni agricoli

Crimini ambientali sempre più diffusi e dagli effetti devastanti

Il WWF Italia si congratula con la Dda di Reggio Calabria e con l’Arma dei Carabinieri, in particolare con i Carabinieri Forestali di Reggio Calabria, per l’importante operazione portata a termine nella mattinata di oggi tra le province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Ravenna, Brescia e Monza-Brianza. 29 le ordinanze di custodia cautelare emesse, con il conseguente sequestro per cinque società operanti nel settore dei rifiuti.

I reati contestati

Tra i reati contestati l’associazione di tipo mafioso, il disastro ambientale e il traffico illecito di rifiuti. Le indagini hanno infatti consentito di individuare un’attività di interramento nei terreni agricoli di ingenti quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi provenienti dalla demolizione delle autovetture ma anche di fanghi industriali. Queste operazioni illecite hanno provocato la contaminazione dei terreni agricoli nei quali è stata individuata la presenza di sostanze altamente nocive, alcune di esse sino a valori pari al 6.000% del limite previsto. Drammatico il pericolo di contaminazione della falda acquifera sottostante.

L’operazione “Mala Pigna” conferma in maniera ancor più evidente come la criminalità organizzata abbia identificato l’ambiente come un settore prediletto per trarre illeciti e ingentissimi profitti. Tale conclusione, suffragata dalle numerosissime operazioni che le forze di polizia hanno condotto nel corso degli anni, a partire dalla scoperta delle “navi dei veleni”, induce a porre particolare attenzione sugli effetti devastanti che crimini ambientali così gravi e diffusi determinano a carico della salute umana, sia in maniera diretta, sia per il tramite dell’alterazione o la distruzione di interi ecosistemi.

Per il WWF è necessario rivedere la riforma Cartabia

In questo quadro appare ancor più inspiegabile come si possano includere i reati ambientali, quando non è formalmente riconosciuta la matrice mafiosa, nell’elenco degli illeciti oggetto della improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia. Se infatti è vero che il PNRR impone l’obiettivo della riduzione del 25% dei tempi del giudizio penale, è altrettanto vero che tali risorse sono orientate al principio di tutela dell’ambiente. Auspichiamo quindi che il Governo e il Parlamento possano correggere tale posizione che rischierebbe di vanificare gli enormi sforzi profusi dalle Autorità investigative e di incentivare le organizzazioni criminali a reiterare nella loro azione di distruzione del nostro ambiente e condanna a morte delle presenti e future generazioni.


Il WWF continuerà la sua battaglia a tutela dell’ambiente e della salute e si è già attivato per sostenere la Procura costituendosi parte civile nel futuro processo.

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