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Il Regolamento UE sulle munizioni non va indebolito

Si stima che ogni anno, in Europa, l'avvelenamento da piombo provochi un milione di decessi negli uccelli acquatici

Per il Governo le armi sono più importanti di ambiente e salute

Proprio all’indomani della ricezione di una lettera con cui la Commissione Europea ha chiesto conto all’Italia di quanto fatto con l’emendamento “caccia selvaggia” che consente ai cacciatori di sparare sempre, ad ogni specie selvatica, anche nelle aree protette, ventilando la possibilità di violazioni delle direttive europee “Habitat” e “Uccelli”, il ministro cacciatore Lollobrigida, che si occupa sempre più di caccia e sempre meno dei veri problemi di agricoltura, ambiente e salute, nel corso di una visita istituzionale alla fiera delle armi che si tiene in questi giorni a Verona, ha annunciato la pubblicazione di una circolare ministeriale interpretativa del nuovo Regolamento (UE) 2021/57, avente ad oggetto l’utilizzo delle munizioni di piombo all’interno o in prossimità di zone umide.
Il Regolamento punta a contenere i rischi per l’ambiente e la salute umana derivanti dall’uso del piombo e dei suoi composti nelle munizioni utilizzate per attività di tiro nelle aree umide. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha infatti chiarito come l’utilizzo di piombo comporti un rischio per gli uccelli acquatici che ingeriscono le munizioni al piombo che si diffondono dopo gli spari, con conseguenti effetti tossicologici, anche letali. Questi effetti sono testimoniati anche dai Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS) WWF, che ogni anno registrano il ricovero di animali affetti da avvelenamento da piombo, tra i quali non vi sono solo uccelli acquatici ma anche, ad esempio, rapaci che si cibano di carcasse di animali uccisi dal piombo dei cacciatori.

RX ad un Ibis

Si stima che ogni anno, in Europa, l’avvelenamento da piombo provochi un milione di decessi di uccelli acquatici, oltre alle specie che si nutrono di animali contaminati e ai rischi per la nostra salute. Nell’uomo, l’esposizione a questo metallo, che può finire nell’acqua e terreni coltivati, può causare non solo, ad esempio, ipertensione e anemia, ma è anche associata ad effetti sul sistema nervoso, sulle funzioni renali e sulla fertilità, con compromissione della gravidanza e decesso.
Il Regolamento è stato sin da subito osteggiato dal mondo venatorio e dagli armieri. Infatti, sebbene vi sia ampia disponibilità di munizioni senza piombo, già ampiamente utilizzate in molti paesi europei, ad esempio con acciaio – alternative tecnicamente possibili e con minori rischi per la salute umana e l’ambiente – , queste restrizioni costringerebbero l’industria delle munizioni a riconvertirsi e renderebbero inutilizzabili molte tipologie di armi oggi in uso.

Si vuole indebolire il Regolamento UE sulle munizioni al piombo

La pressione esercitata sul Governo ha quindi portato all’approvazione di una circolare interministeriale (Agricoltura e Ambiente), alla vigilia della entrata in vigore del regolamento, prevista per il 15 febbraio 2023, caratterizzata da una interpretazione della norma europea tanto restrittiva da annullarne la portata, risultando palesemente in contrasto con le finalità perseguite dal legislatore europeo.
Se l’obiettivo del Regolamento è infatti tutelare l’ambiente e la salute, anche prevedendo norme di portata estensiva volte a prevenire atti elusivi, l’obiettivo perseguito dal Governo per bocca del Ministro Lollobrigida è non ostacolare la caccia. Per questa ragione nella circolare vengono ridotte al massimo le ipotesi in cui un’area viene classificata come zona umida. Vengono escluse, ad esempio, quelle zone che tendono ad allagarsi nel periodo invernale attirando numerosi uccelli acquatici e altrettanti cacciatori. La circolare inoltre consente ai cacciatori trovati nei pressi di zone umide in possesso di munizioni di piombo di evitare di essere sanzionati: basta dichiarare di trovarsi lì di passaggio.

Una circolare illegittima

Tali elementi alimentano i dubbi circa la legittimità della circolare, che di fatto annulla l’efficacia del Regolamento, che identifica le zone umide in maniera estensiva, ricomprendendo anche “distese d’acqua naturali o artificiali, permanenti o temporanee. Regolamento direttamente applicabile nell’ordinamento degli stati membri e che, contrariamente a quanto riportato nella circolare, vieta chiaramente anche di portare con sé munizioni al piombo.
Il WWF chiede che la circolare sia immediatamente rivista e annuncia che, qualora ciò non dovesse avvenire, si attiverà in tutte le sedi affinché la volontà di fare concessioni alla lobby della caccia e delle armi da parte del Governo non si traduca in pesanti sanzioni europee, come l’apertura di una procedura di infrazione (pagata poi da tutti gli italiani!), oltre che in un danno alla fauna, all’ambiente e alla salute dei cittadini.

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