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Ucciso un cervo sardo, WWF: “STOP ai crimini di natura”

Lo scorso 17 novembre la scoperta, da parte degli agenti del Corpo Forestale di Cagliari, di una vera e propria officina per la costruzione di armi e trappole (bocconi esplosivi, trappole a scatto e fucili a percussione costruiti…

Lo scorso 17 novembre la scoperta, da parte degli agenti del Corpo Forestale di Cagliari, di una vera e propria officina per la costruzione di armi e trappole (bocconi esplosivi, trappole a scatto e fucili a percussione costruiti in modo artigianale) per catturare animali nell’area del Sulcis: un vero e proprio “Museo degli orrori”. Poi il cervo sardo trovato, casualmente, nel cofano di un’auto sottoposta a controllo: era appena stato abbattuto con una fucilata a pallettoni. Infine, la proposta-shock che arriva dal Comune di Capoterra, dove cacciatori e consiglieri chiedono di depenalizzare il reato di uccellagione (la caccia con le reti vietata dall’Europa e illegale anche in Italia), in quanto “fenomeno sociale” e necessario per molte famiglie “in tempo di crisi”.
“E’ un crescendo al quale bisogna opporsi – sottolinea il Delegato WWF per la Sardegna, Carmelo Spada. In questa situazione risulta di vitale importanza l’apporto e l’operato del Corpo forestale, al quale si devono i sequestri degli ultimi tempi. Ci auguriamo che, con l’istituzione del parco regionale di Gutturu Mannu,si intensifichino i controlli. Il WWF dice NO a qualsiasi tipo di caccia non selettiva come l’uccellagione, che fa strage di specie protette”.
“Purtroppo il bracconaggio è un’abitudine dura a morire in particolare nell’area del Sulcis – ci dice Antonello Loddo, coordinatore dell’Oasi di Monte Arcosu, che il WWF acquistò negli anni ’80 dopo una grande mobilitazione e raccolta fondi per salvare il cervo sardo dall’estinzione – : in questo panorama l’interno della Riserva è letteralmente un‘oasi che si salva da questo fenomeno e per questo voglio ringraziare i nostri attivisti volontari, che ci aiutano quasi quotidianamente e congratularmi con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna per queste positive operazioni di prevenzione”. Oggi i cervi sono circa 1.200 (ogni anno si svolge, a settembre, il censimento con la tecnica del bramito) e l’Oasi, visitata ogni anno da circa 5.000 visitatori, protegge centinaia di ettari di foresta mediterranea.

Proprio Monte Arcosu sarà teatro, nei prossimi giorni, di azioni antibracconaggio organizzate in collaborazione con le guardie di altre associazioni, che si svolgeranno dureranno per tutto il mese di dicembre. Il WWF parteciperà alle operazioni di repressione e prevenzione con il proprio personale e collaboratori preparati, ma invita la tutti a mobilitarsi contro il fenomeno, anche frequentando l’Oasi con scuole, famiglie, gruppi.

“Il bracconaggio si combatte non solo con le attività di repressione, ma con la mobilitazione. E’ una battaglia di civiltà – afferma Antonio Canu, Presidente di WWF Oasi – .  Abbiamo inoltre in cantiere una giornata dedicata al parco e al nostro ruolo al suo interno, dove abbiamo intenzione di coinvolgere il pubblico in attività sul campo, dal monitoraggio e alla verifica dei sentieri, alla raccolta di eventuali rifiuti”. Per tutto il mese di dicembre, all’Oasi di Monte Arcosu sarà possibile firmare la petizione WWF  STOP ai crimini di natura. che chiede di istituire il reato di “uccisione di specie selvatica protetta”. Già oltre 55.000 le firme raccolte.

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