Un week end di appuntamenti con il WWF
Lunedì 16 giugno si festeggia la Giornata Mondiale delle Tartarughe marine, ma per queste specie l’estate di nidificazione è già iniziata con numeri incoraggianti: lungo le coste italiane le segnalazioni di nidi di Caretta caretta effettuate dai volontari WWF ad oggi sono di 26 tracce con deposizione verificata e protetta, per un potenziale di future nascite al termine delle loro schiuse di almeno oltre 2.000 piccoli.
In Sicilia, sono già oltre 24 i nidi di Caretta caretta monitorati e protetti con una vera e propria “cinquina” in un solo giorno con 3 nidi nel siracusano, 1 nel ragusano e il primo nido agrigentino a Porto Empedocle; 1 nido verificato in Calabria e in Toscana, segnalato dai volontari WWF come evento raro, il primo nido regionale a Bagno Henderson, Marina di Massa. A questi si aggiungono numerose tracce in verifica tra Giallonardo, Realmonte, Siculiana e Torre Salsa, il che fa presagire il superamento del record di fine stagione. Nel 2024, il WWF aveva mappato circa 250 nidi e la nascita di oltre 13.700 piccoli di tartaruga marina.

Gli eventi del fine settimana
La celebrazione della Giornata verrà anticipata dal WWF a domenica 15 giugno con due eventi simbolici in Puglia e Basilicata: a Molfetta alle ore 10.30 (spiaggia di Prima Cala) saranno liberate due tartarughe marine curate e riabilitate dal Centro Recupero WWF di Molfetta, alla presenza di rappresentanti della Capitaneria di Porto per un momento simbolico di restituzione al mare e di sensibilizzazione. Sempre domenica Open Day al Centro Recupero Tartarughe Marine dell’Oasi WWF di Policoro (Matera) per mostrare a cittadini e famiglie la struttura e conoscere da vicino le attività di recupero e cura grazie agli esperti dell’Oasi.
Cura e riabilitazione nei Centri recupero WWF

Ogni anno, centinaia di tartarughe marine vengono soccorse, curate e rimesse in libertà grazie all’impegno della rete WWF. Nel solo 2024, i quattro Centri di Recupero che rientrano nella rete del WWF attivi in Italia — Molfetta, Policoro, Crotone e Torre Guaceto — hanno già accolto oltre 300 esemplari, recuperati lungo le coste o segnalati da cittadini e pescatori. Questi centri operano 365 giorni l’anno per fornire assistenza agli animali feriti da attrezzi da pesca, urti con imbarcazioni o debilitati da ingestione di plastica. Il loro lavoro rappresenta un pilastro fondamentale nella tutela di queste specie. In queste aree la collaborazione con i pescatori artigianali, le Capitanerie di Porto e i cittadini è fondamentale per recuperare tempestivamente animali feriti o in difficoltà.
Una strage silenziosa

Ma non arrivano solo buone notizie: in Calabria, sono già 55 le carcasse ritrovate dall’inizio dell’anno, di cui 7 nelle ultime due settimane. Nel Lazio si parla apertamente di una strage. Nel solo 2023, la provincia di Taranto ha registrato 140 decessi di tartarughe marine. Le 3 specie presenti nel Mediterraneo (tartaruga marina comune, tartaruga verde e tartaruga liuto), nonostante le differenze, affrontano le stesse minacce: pesca accidentale (reti e palangari), collisioni con imbarcazioni, perdita di habitat, disturbo umano durante la nidificazione e inquinamento (incluso l’impatto ancora poco conosciuto delle micro- e nano-plastiche). A queste insidie si sono aggiunti gli effetti sempre più evidenti della crisi climatica: l’innalzamento delle temperature può modificare le aree di nidificazione e alterare il rapporto tra nascite maschili e femminili, con un aumento delle schiuse femminili (fenomeno noto come “femminilizzazione”). Proprio in questi giorni, è stato rilevato uno scarto termico anomalo nel Mediterraneo occidentale, con acque superficiali fino a +3/3.5°C rispetto alla media 1971–2000.
Progetto Life Adapts
Per affrontare questa particolare sfida della crisi climatica il WWF è partner di LIFE ADAPTS, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che coinvolge 7 enti tra Italia, Grecia e Cipro e coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, con l’obiettivo di sviluppare strategie di adattamento al cambiamento climatico per tutelare habitat e specie vulnerabili come le tartarughe marine e le foche monache del Mediterraneo. Il progetto utilizza tecnologie avanzate (eDNA, droni, fototrappole, telemetria satellitare), coinvolge le comunità locali e promuove soluzioni replicabili per la protezione delle spiagge di nidificazione.