Pandanews

Una poiana ferita a colpi di arma da fuoco

Con l'apertura della caccia, come ogni anno, si moltiplicano purtroppo gli episodi di bracconaggio ai danni di specie protette

Anche nel giorno di San Francesco il bracconaggio miete vittime

La caccia è aperta da poche settimane e già i Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS) di tutta Italia registrano un aumento degli ingressi di animali feriti o uccisi da colpi d’arma da fuoco o trappole illegali.
Proprio il 4 ottobre, data in cui si celebra la figura di San Francesco d’Assisi, il Santo che mirabilmente ha celebrato la Natura nel Cantico delle Creature, noto anche per la Predica agli uccelli, il CRAS WWF di Valpredina ha comunicato di avere ricoverato un esemplare di poiana con un’ala fratturata che a seguito di analisi radiografiche è risultata essere stata colpita da una fucilata. Nel corpo dell’animale, ritrovato nel comune di Songavazza (BG) sono infatti risultati presenti oltre 20 pallini di piombo di piccolo diametro, normalmente utilizzati per la caccia ai piccoli uccelli migratori da appostamento fisso che è praticata in maniera molto diffusa proprio nell’area di Brescia e Bergamo da cui il rapace proviene.

La lastra evidenzia la presenza dei pallini da caccia

WWF: “le istituzioni adottino provvedimenti efficaci per contrastare questi odiosi crimini”

Oltre alla Poiana, il CRAS ha ricoverato un esemplare di Biancone, detto anche Aquila dei serpenti per la sua dieta prevalentemente a base di rettili. L’animale è stato recuperato da un passante sul ciglio della strada nel comune di Roncola (BG) dalle prime analisi è emerso come il rapace, un giovane dell’anno, fosse fortemente indebolito e con il piumaggio compromesso da evidenti segni di detenzione in cattività. Il biancone è un rapace migratore che ogni anno, alla fine dell’estate, migra verso le aree di svernamento africane. Il livello di deterioramento delle penne remiganti e timoniere dell’esemplare ricoverato a Valpredina renderà impossibile il suo reinserimento in natura in tempo utile per consentirgli di affrontare la migrazione.
L’area delle valli bresciane è uno dei luoghi a più alta densità di reati venatori secondo il Piano di Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici e proprio per questo, ogni anno, nel periodo autunnale, i Carabinieri Forestale, le Polizie Provinciali e le guardie volontarie WWF e delle altre associazioni ambientaliste, sono impegnati in attività straordinarie di vigilanza del territorio e repressione di queste forme di diffusa illegalità.
Nonostante la grande diffusione e gravità di questi reati, gli strumenti normativi a disposizione delle autorità non sono efficaci a consentire una reale repressione del fenomeno. Per questa ragione il WWF è direttamente impegnato nel progetto Life SWiPE che punta a fornire alle autorità pubbliche, dai magistrati alle forze di polizia, elementi conoscitivi utili a rendere ancor più forti le azioni di contrasto. E’ però fondamentale che la politica, sia a livello nazionale che regionale, adotti con urgenza misure decise e chiare a tutela della biodiversità, che è un valore universale, riconosciuto come tale anche dalla Costituzione.

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