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Operazione Adorno in difesa dei migratori sullo Stretto di Messina

Con l’arrivo della primavera si è ripetuto come ogni anno lo spettacolo della migrazione pre-nuziale: Carabinieri e volontari in azione

Oltre 48.000 uccelli censiti in due mesi di passaggio migratorio


Con l’arrivo della primavera si è ripetuto come ogni anno lo spettacolo della migrazione pre-nuziale. Enormi concentrazioni di uccelli, tra cui rapaci, cicogne e gru, raggiungono i siti di nidificazione in Europa, attraversando gli stretti di Messina, Gibilterra e Bosforo che rappresentano le tre direttrici principali del flusso migratorio: un vero e proprio ponte naturale tra Africa ed Europa.
Da oltre trent’anni i Carabinieri Forestali scendono in campo sullo Stretto di Messina per contribuire a tutelare il libero volo degli uccelli, per assicurare loro l’approdo nei luoghi dove potrà ripetersi il miracoloso ciclo riproduttivo, garantendo così la conservazione della specie.
Si è, infatti, da poco conclusa l’Operazione “Adorno” coordinata dal Reparto Operativo – SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) del Raggruppamento Carabinieri CITES e dal Comando Regione Carabinieri Forestale “Calabria” che ha interessato maggiormente le province di Reggio Calabria e Messina.

Una delle rotte migratorie più importanti al mondo

Lo Stretto di Messina è la rotta percorsa, principalmente, dalle specie di Falco pecchiaiolo (Pemis apivorus) detto localmente Adorno, da cui prende il nome la storica operazione, Falco di palude (ircus aeruginosus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Albanella minore (Circus pygargus), Albanella
pallida (Circus macrourus), di numerose altre specie di rapaci (ad oggi osservate 38 specie diverse), nonché di passeriformi e dei variopinti gruccioni (Merops apiaster) che con il loro arrivo annunciano l’imminente arrivo degli adorni. Tale area riveste, pertanto, un alto valore in termini di biodiversità tanto da farla rientrare in uno dei 7 Black-spot del “Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici” siti di particolare interesse di tutela ed è considerata universalmente una rotta migratoria tra le più affascinanti per numero di specie diverse osservabili in un giorno.

Sparviere


Il sorvolo degli uccelli per la peculiarità del territorio e per la presenza di venti e correnti termiche ascensionali, è caratterizzato da medie e corte distanze tanto che in alcune giornate si può vivere l’esperienza unica di essere letteralmente in mezzo agli stormi che diventano, però, un facile bersaglio per i bracconieri. Ma le pattuglie dei Carabinieri Forestali hanno effettuato un capillare controllo del territorio utilizzando anche droni e Unità Cinofile specializzate nella ricerca di armi e munizioni, con lo scopo di reprimere, ma, soprattutto, prevenire le condotte illecite a danno dell’avifauna selvatica. Tale azione ha permesso di ridimensionare tale riprovevole pratica illegale a pochi e sparuti episodi. Quella del bracconaggio rimane una delle pratiche più invise dalla società civile ed il dispositivo posto in essere dall’Arma Forestale ha contribuito a garantire il passaggio in sicurezza di oltre 41.000 esemplari di Falchi pecchiaioli, di ben 800 cicogne bianche, il record in 40 anni di osservazione, e ancora 3.700 falchi di palude, 655 Nibbi bruni e tanti altri ancora per un totale di oltre 48.000 esemplari di rapaci e cicogne in poco meno di due mesi di rilevamento, secondo i dati comunicati dalle associazioni ambientaliste attive in Sicilia e in Calabria (dati dell’Associazione Mediterranea per la Natura – MAN in collaborazione con EBN Italia e WWF Italia).Studi scientifici indicano che le popolazioni sono in incremento

La presenza costante negli anni dei Carabinieri forestali, un’attenta campagna di informazione sul tema della biodiversità, passando attraverso l’educazione alla legalità in tema ambientale, il rinnovato impegno da parte delle istituzioni, della società civile e di tutti coloro che a vario titolo si occupano di tutela ambientale, hanno contribuito a garantire la conservazione del falco pecchiaiolo e delle altre specie migratrici. Studi scientifici indicano alcune popolazioni in sensibile incremento.
Passa anche attraverso questo impegno la strada della gestione sostenibile delle risorse in modo da garantire anche alle generazioni future la possibilità di ammirare i cieli colorarsi delle variopinte livree degli uccelli. I Carabinieri forestali hanno operato con il fattivo contributo dei volontari del WWF, LIPU, Legambiente e Associazione Mediterranea per la Natura – MAN che quotidianamente, con la loro attenta azione di osservazione dei flussi migratori e di monitoraggio dei comprensori potenzialmente interessati al fenomeno del bracconaggio, apportano un contributo qualificato all’attività di repressione e prevenzione.

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