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Il ritorno della lince iberica

Era ad un passo dall'estinzione, ora il raro felino sta riconquistando i suoi territori. Grazie anche al WWF

Spagna, segnali incoraggianti per il felino più raro del pianeta

La lince iberica (Lynx pardinus) rappresenta la specie di Felide più minacciata al mondo. Dagli inizi del secolo scorso la progressiva riduzione dei conigli selvatici, che costituiscono il 90% della dieta della lince, la persecuzione diretta dell’uomo e la distruzione e frammentazione del suo habitat hanno provocato una drastica contrazione della popolazione di lince nella penisola iberica. L’uomo ha per lungo tempo considerato i predatori selvatici “specie nocive” da eliminare con ogni mezzo.

Nel 2002, i primi censimenti rilevarono la presenza di appena 94 linci in natura. Una popolazione ormai sull’orlo dell’estinzione. Per non perdere per sempre questo prezioso felino, tassello fondamentale degli ecosistemi mediterranei di Spagna e Portogallo, da allora si sono susseguiti numerosi sforzi e progetti di conservazione, il primo dei quali si pose l’obiettivo di recuperare la popolazione di lince iberica tramite la mitigazione delle minacce che avevano portato al crollo della popolazione nei decenni passati.

Dopo i primi segnali di ripresa, dal 2006, con un secondo Progetto Life, è stata implementata una nuova ambiziosa azione, la riproduzione in cattività e la successiva reintroduzione di alcune linci in porzioni del suo areale storico in Andalusia, con la creazione di due nuovi nuclei: uno nel 2009 a Guadalmellato (Córdoba) e un altro nel 2010 a Guarrizas (Jaén). Oltre alle reintroduzioni, sono state effettuate anche azioni di rinforzo genetico nella popolazione di Doñana, attraverso la traslocazione di individui dalla Sierra Morena. I progetti si sono concentrati anche sul ripopolamento del coniglio selvatico, preda principale della lince, il cui drastico calo (causato dal diffondersi della mixomatosi) era stata una delle cause della contrazione del predatore. L’eccellente lavoro svolto dai primi progetti ha permesso di passare dai 94 individui nel 2002 ai 326 nel 2011, distribuiti in quattro popolazioni.

Grazie agli sforzi del WWF e delle istituzioni la lince è in ripresa

Da allora i progetti di conservazione (ex situ ed in situ) sono proseguiti, e grazie agli sforzi messi in campo dal WWF, dalle amministrazioni locali e dall’Unione Europea, la popolazione di lince continua a riconquistare i territori dai quali era scomparsa. E’ del 2020 l’ultimo dato sulla consistenza della popolazione, che fa ben sperare per il futuro. La popolazione selvatica di lince iberica, infatti, è aumentata di dieci volte in 20 anni, passando dai 94 individui censiti nel 2002 ai 1.111 individui di oggi. Di questi, 239 sono femmine in età riproduttiva (rispetto alle 27 del 2002), cifra che indica la vitalità della specie e fa ben sperare per il futuro.
Tuttavia è fondamentale sottolineare che la lince iberica non è fuori pericolo. Per garantire un futuro a questa specie unica occorre una popolazione vitale e sicura sul lungo periodo. Secondo le stime di diversi esperti, il numero di linci dovrebbe raggiungere i 3.000 – 3.500 individui, comprese circa 750 femmine in età riproduttiva, per essere considerato in uno “stato di conservazione favorevole”. Una sfida che qualche decennio fa sembrava impossibile, ma che oggi può essere vinta, lavorando anche sulla connettività ecologica e sulla conservazione degli habitat d’elezione del felino più raro del pianeta.

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