Pandanews

La perdita di un'orsa è un danno biologico non indifferente

L'orsa F43 muore durante le operazioni di cattura in Trentino. Ora è necessario accertare le dinamiche dell'episodio e lavorare sulla prevenzione per evitare fenomeni di abituazione

L’orsa F43 muore durante le operazioni di cattura in Trentino

L’orsa F43 è morta la notte scorsa in val di Concei, a Ledro in Trentino, durante un’azione di cattura per la sostituzione del radiocollare che portava da circa un anno. Dai primi accertamenti, secondo quanto riferito dalla Provincia Autonoma di Trento (PAT), «è emerso che l’animale è deceduto a seguito della posizione assunta nella trappola tubo nel momento in cui l’anestetico ha fatto effetto».

L’orsa F43, una femminanata nel 2018, secondo la Provincia, aveva confermato nel corso dell’ultimo anno alcuni comportamenti problematici, per i quali veniva monitorata in modo intensivo da Luglio 2021. Sempre secondo la PAT, l’orsa ha frequentato alcuni centri abitati, alimentandosi presso pollai e cassonetti dei rifiuti organici, ed è stata oggetto di azioni di dissuasione al fine di tentare di modificare tali comportamenti, che l’hanno portata a mostrare in almeno tre occasioni comportamenti di abituazione alla presenza umana.

Durante le operazioni di cattura di animali selvatici esiste sempre un grado di rischio, ma auspichiamo che la necroscopia faccia chiarezza sulle dinamiche che hanno portato alla morte di F43. Su una popolazione trentina di orsi che conta, tra giovani e adulti, circa 80 esemplari (stima del 2021), la perdita di una femmina in età riproduttiva rappresenta infatti un danno biologico non indifferente.

Necessario lavorare sulla prevenzione

Il WWF sottolinea anche come sia sempre più prioritaria, oltre a un monitoraggio intensivo degli individui che mostrano comportamenti abituati, confidenti o problematici, la messa in sicurezza delle fonti alimentari di origine antropica (cassonetti dell’organico e pollai in primis), la cui presenza è alla base dell’insorgenza di tali comportamenti. L’abbondanza di risorse di facile accesso presso i centri abitati è un problema che da troppo tempo rimane irrisolto in molte aree del Trentino. La presenza di animali selvatici che mostrano abituazione verso l’uomo e che frequentano assiduamente centri abitati è sempre originata da errati comportamenti umani, come dimostrato da numerose esperienze nazionali e internazionali.

Pur riconoscendo l’utilità di un attento monitoraggio e di azioni di dissuasione sugli orsi che mostrano simili comportamenti, bisogna agire seriamente per prevenire questo fenomeno, diffondendo l’utilizzo di cassonetti anti-orso in tutto l’areale del plantigrado e mettendo in sicurezza altre risorse che risultano attrattive per gli orsi.

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