L’ABC DELLA SPECIE
L’orso alpino mostra le stesse caratteristiche degli orsi europei, poiché la sua presenza è riconducibile a un progetto che ha reintrodotto animali provenienti dalla florida popolazione slovena. L’orso bruno marsicano invece ha il mantello di colore bruno marrone, più chiaro sulla testa, sul collo e sul dorso, il muso è più corto e tozzo dell’orso bruno europeo.
Dall’indole solitaria, l’orso bruno è maggiormente attivo nelle ore crepuscolari e notturne dedicando molto tempo alla ricerca di cibo. Frutta, germogli, bulbi, tuberi, bacche, miele, invertebrati, piccoli vertebrati e carcasse di animali sono alla base della dieta onnivora di questo grande plantigrado che varia sensibilmente in relazione alla stagione e alla disponibilità del territorio.
Maschio e femmina si incontrano durante il periodo riproduttivo per poi tornare a condurre una vita solitaria; i piccoli, generalmente due, nascono in pieno inverno durante il periodo di “sonno invernale” al riparo di una tana accuratamente scelta in cui completano il loro sviluppo. Ciechi, con un peso che non supera i 500 grammi, per appena 20 cm di lunghezza, i cuccioli crescono rapidamente e in primavera escono dalla tana al seguito della madre con cui rimarranno per circa 2-3 anni.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
Gli orsi bruni sono strettamente legati al bosco, soprattutto la specie alpina, anche se questo adattamento è stato probabilmente rafforzato dalle persecuzioni umane.
Durante i rigidi mesi invernali, l’orso bruno trova riparo in una cavità naturale accuratamente scelta per esposizione e altre caratteristiche. In realtà, non si tratta di un vero e proprio letargo, ma piuttosto di un sonno invernale, che può durare fino a 6 mesi, ma è normalmente interrotto nelle giornate invernali un po’ più calde, quando l’animale può uscire alla ricerca di cibo.
L’orso possiede occhi molto piccoli e una vista poco efficiente, ma il suo olfatto lo guida ovunque ed è in grado di sentire gli odori a distanza di 2-3 km!. Non è una specie molto vocifera e il suo particolare verso si chiama ruglio.
LE MINACCE
L’orso bruno è inserito nella lista rossa delle specie minacciate di estinzione redatta dall’IUCN; le popolazioni italiane si trovano in uno stato di maggiore criticità a causa dell’esiguo numero, dell’isolamento e dal persistere delle minacce.
Nonostante la protezione di norme nazionali e internazionali di cui gode, l’orso bruno è ancora vittima della persecuzione diretta e indiretta da parte dell’uomo. La somma del bracconaggio con lacci, veleno e arma da fuoco, unita agli animali che restano vittime di incidenti stradali, rappresenta una minaccia per la sopravvivenza a medio e lungo termine di questa specie.
L’orso bruno ha bisogno di grandi spazi e la presenza nel suo areale di strade, centri abitati, ferrovie e diverse altre infrastrutture sottraggono e frammentano il suo spazio vitale compromettendone la possibilità di aumentare di numero, estendere il suo areale e raggiungere livelli di maggiore vitalità. Questi sono i motivi per cui, nonostante le nuove nascite, la popolazione non aumenta: muoiono troppi orsi!
COSA FA IL WWF
L’orso bruno è uno dei simboli delle nostre battaglie storiche per la natura d’Italia. La popolazione di orso bruno delle Alpi sta crescendo lentamente, e se da una parte ciò è senza dubbio positivo, dall’altra il suo ritorno in aree da cui si era estinto, ripropone nuovi conflitti con la popolazione. La sua presenza può creare problemi alla fruizione del territorio da parte dell’uomo e conflitti con l’allevamento, ma la nostra lunga esperienza ci dice che gestendo questi conflitti la convivenza è possibile. In molti altri Paesi del mondo, i conflitti con i grandi carnivori vengono affrontati e gestiti, sebbene sempre con difficoltà, ma spesso con buoni risultati.
È fondamentale attuare strategie di buona convivenza, promuovendo e utilizzando particolari accorgimenti, come le recinzioni elettriche a bassa tensione “a prova di orso” per proteggere il bestiame domestico, le fonti alternative di cibo per gli orsi, l’uso dei cani da guardiania e, in generale, fare in modo che la popolazione residente e i turisti che frequentano le aree abitate dagli orsi adottino comportamenti consapevoli, rispettosi e di corretta cautela. Anche sull’Appennino il nostro impegno, grazie ai tanti volontari, va avanti da molti anni, con iniziative in collaborazione con le aree protette e le amministrazioni locali.