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10 proposte per liberare l'Italia dal gas

Il documento di Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia al governo Draghi per rispondere alla crisi energetica

Il documento di Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia al governo

L’esplosione della drammatica guerra in Ucraina e la preoccupazione di molte persone per l’aumento delle bollette impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. Per questo Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia avanzano 10 proposte al governo Draghi per affrontare in modo strutturale la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas.

La videoscheda di Legambiente, Greenpeace Italia e WWF Italia

Interventi che ridurrebbero i consumi di gas

Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026, sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave, etc), il moderno agrovoltaico che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica, la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti.

  • 10 proposte per liberarci dalle fossili
    10 proposte per liberarci dalle fossili

    Il comunicato stampa congiunto di Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia

Le 10 proposte in sintesi:

Aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC, valutando l’obiettivo della produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035

Fissare entro aprile 2022 un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio

Autorizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026. Sarà necessario, inoltre, accompagnare questo sviluppo con quelli degli accumuli e della rete che deve essere potenziata per poter ricevere e scambiare i flussi energetici

Attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata

Sviluppare la produzione di biometano da FORSU, scarti agricoli, fanghi di depurazione e reflui zootecnici, programmando parallelamente una riduzione dei capi allevati e senza entrare in competizione con l’uso di terreni per la produzione di cibo

Escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici

Rivedere entro dicembre 2022 i bonus edilizi, cancellando gli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas

Anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici

Istituire entro giugno 2022 un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche

Attivare entro maggio 2022 una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e sulla mobilità sostenibile

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