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Allevamenti intensivi, depositata la proposta di legge

15 parlamentari di 5 gruppi sposano l'iniziativa promossa da Greenpeace Italia, ISDE, Lipu, ISDE, Terra! e WWF Italia

15 parlamentari di 5 gruppi sposano l’iniziativa promossa da Greenpeace Italia, ISDE, Lipu, ISDE, Terra! e WWF Italia

È stata depositata alla Camera dei Deputati la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” presentata lo scorso 22 febbraio in sala stampa a Montecitorio dalle associazioni Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia. Sono 15 i parlamentari, provenienti da 5 diversi gruppi politici, che hanno sottoscritto la proposta di legge[1]. Prime co-firmatarie, le deputate Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati) e Eleonora Evi (AVS), entrambe dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente.

La proposta di legge – ora al vaglio degli uffici competenti della Camera, in attesa di essere assegnata in Commissione – intende rendere protagoniste le piccole aziende agricole zootecniche, incoraggiando la transizione ecologica di quelle grandi e medie attraverso un piano di riconversione del sistema zootecnico italiano finanziato con un fondo dedicato e prevedendo nell’immediato una moratoria all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.

«Ringraziamo tutte le parlamentari e i parlamentari che hanno deciso di sottoscrivere il testo proposto dalle associazioni, accettando una sfida non più rimandabile – dichiarano Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia. «Ci auguriamo che la legge venga presto incardinata e che questo importante tema entri nel nostro ordinamento».

Una proposta necessaria per risanare un settore che produce non solo inquinamento e rischi per la salute, ma che è anche affetto da iniquità strutturali:

  • l’80% dei fondi europei per l’agricoltura italiana finisce attualmente nelle casse di appena il 20% di grandi aziende agricole;
  • l’enorme numero di animali allevati in modo intensivo nel nostro Paese (più di 700 milioni all’anno) richiede un grande uso di risorse, spesso sottratte al consumo diretto umano (due terzi dei cereali commercializzati nell’Unione Europea diventano mangime e circa il 70% dei terreni agricoli europei è destinato all’alimentazione animale);
  • il sistema zootecnico è infine responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca e ha conseguenze dirette sulla salute umana, specie per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili: l’Italia è, infatti, seconda solo alla Polonia in Europa per morti premature da esposizione a PM 2,5, con quasi 50 mila decessi prematuri nel 2021; il nostro Paese è inoltre in procedura d’infrazione per il mancato rispetto della Direttiva europea sui nitrati.

Gli obiettivi della proposta di legge sono riassunti in un manifesto pubblico redatto dalle associazioni promotrici del testo: tutelare la salute pubblica riducendo gli impatti degli allevamenti intensivi, a partire dalle zone a più alta densità zootecnica (Pianura Padana); tutelare le risorse naturali a vantaggio della sicurezza alimentare delle generazioni presenti e future; contribuire al rispetto dei target in materia di clima, biodiversità e inquinamento; tutelare i piccoli allevamenti virtuosi garantendo un adeguato sostegno economico e promuovere la necessaria riconversione dei grandi allevamenti intensivi, tutelando in ogni caso i diritti delle lavoratrici e lavoratori; tutelare  il benessere animale.


[1] EVI, BRAMBILLA, e in ordine alfabetico:

BERGAMINI (FI), BORRELLI (AVS), BONELLI (AVS), CHERCHI (M5S), COSTA (M5S), DALLA CHIESA (FI), DI LAURO (M5s), DORI (AVS), GHIRRA (AVS), GRIMALDI (AVS), FRATOIANNI (AVS), ORLANDO (PD), ZANELLA (AVS)

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