Pandanews

Preservare oggi per pescare di più domani

Nelle attività di piccola pesca degli scampi, la ricerca scientifica a sostegno di pratiche sostenibili è stata un investimento intelligente per il futuro della specie commerciale di più grande interesse in Croazia

L’attività di piccola pesca degli scampi in Croazia

Nelle fresche e limpide acque del Canale del Velebit in Croazia, Šime Barić sta issando una serie di nasse. Sta pescando il Nephrops norvegicus, noto anche come scampo. Gli scampi presenti in questo tratto di 120 km dell’alto Adriatico sono valutati come tartufi, gli esemplari più pregiati dell’emblematico prodotto ittico della Croazia. Gli scampi del Canale di Velebit sono i più grandi e i migliori del Paese.

Šime Barić pesca gli scampi, un prodotto ittico molto apprezzato in Croazia. ©Gianpaolo Rampini
 

Nella prima nassa, un bellissimo esemplare: una grossa femmina. È davvero grande, di quelle dimensioni che Šime sa di poter vendere a 35 euro al chilo e che frutterà tre o quattro volte di più nel menu di un ristorante di alto livello.

Allunga la mano nella nassa ed estrae con cura il prezioso crostaceo, il sole scintilla sul suo guscio traslucido mentre agita le sue feroci chele rosate in segno di sfida, le antenne rosse che si muovono nella brezza.
Pescandone ancora un po’, Šime potrebbe avere un ottimo profitto da questa giornata in mare.

Eppure, subito dopo averlo preso, Šime rimette delicatamente lo scampo in acqua, che con un colpo di coda se ne va.

Liberare le femmine di scampo con le uova non è per Šime uno spreco ma un investimento per il futuro. ©Gianpaolo Rampini
 

“Aveva le uova”, dice Šime. “Non tengo mai una femmina con le uova. Alcuni degli altri pescatori non capiscono perché le ributti in mare, pensano che stia sprecando soldi”.

E forse non hanno tutti i torti. Non c’è nulla che impedisca ai pescatori del Canale di Velebit di pescare gli scampi con le uova, e in una buona giornata di maggio, in piena stagione, Šime potrebbe ritrovarsi a buttare tre o quattro chili di grosse femmine con le uova, che significano ben più di 100 euro vendute a un commerciante.

Šime, però, è di parere diverso: “In realtà non sto buttando via i soldi, li sto investendo”.

“Non si tratta di fantascienza”, continua Šime. “Prendo solo scampi grandi e rilascio quelli con le uova. Lasciar crescere il novellame e permettere alle uova di schiudersi,significa maggiore possibilità di pescare in futuro”.

“C’è una regola d’oro fondamentale per la sostenibilità della pesca”, concorda Fabijan Peronja del WWF-Adria. “Si devono catturare solo gli individui che hanno già avuto modo di riprodursi a sufficienza. Gli scampi possono produrre ben più di 1.000 uova, quindi quello che Šime e gli altri pescatori stanno facendo potrebbe fare una differenza importante per i numeri della popolazione di scampi”.

Ma i pescatori che non si preoccupano di preservare gli stock ittici, non potrebbero semplicemente catturare le stesse femmine di scampi rilasciate da Šime e poi venderle per gli stessi soldi che lui si rifiuta di guadagnare?

“Certo”, dice Šime sorridendo. “Ma se ne rimetto in mare 100 e loro ne prendono 90, ho salvato comunque 10 femmine con 1.000 uova ciascuna e so che sto facendo qualcosa di buono. Se dovesse arrivare il giorno in cui dovrò prendere i piccoli e le femmine riproduttrici per sopravvivere, allora lascerò perdere la pesca e mi dedicherò ad altro. Non è il modo in cui voglio vivere”.

La sostenibilità è una questione importante per i pescatori artigianali di scampi nel Canale di Velebit, e il WWF ha lavorato a stretto contatto con i pescatori locali per creare solide fondamenta; gli studi in corso in Croazia, un giorno potrebbero essere un modello di buone pratiche da seguire anche per le attività di pesca in altri paesi.

scampo

Ogni femmina di scampo liberata può produrre oltre 1000 uova e contribuire alla ricostituzione dello stock. ©Gianpaolo Rampini

Negli ultimi anni gli studi hanno registrato un calo della popolazione di scampi dell’Adriatico, gli stock ittici sono diminuiti in molte aree e una delle cause principali di questo trend negativo è la pesca a strascico.  Anche gli impatti del cambiamento climatico stanno contribuendo: “Lo scampo è una specie che preferisce le acque fredde”, spiega Fabijan. “Non è ancora del tutto chiaro l’effetto che il cambiamento climatico avrà sugli stock, ma abbiamo ragione di pensare che temperature più alte possano portare a una minore produzione”.

Tuttavia, abbiamo bisogno di maggiori informazioni e di capire meglio come poter migliorare la sostenibilità delle pratiche di pesca considerando le variazioni dovute al cambiamento climatico.

L’applicazione di pratiche responsabili basilari non è“fantascienza”, e in questo la ricerca scientifica ha un ruolo fondamentale per garantire la sostenibilità della pesca a lungo termine. Il programma è diretto da Marina Mašanović, dottoranda presso l’Università di Zagabria. Figlia di un pescatore di scampi in un’altra area della Croazia, Marina ha deciso di scoprire cosa stava accadendo al mare quando suo padre ha dovuto abbandonare la pesca dopo 30 anni a causa del collasso degli stock ittici. Oggi è determinata a garantire ai pescatori di scampi della Croazia un futuro più stabile e sicuro di quello che è capitato a suo padre.

Il legame con la famiglia è un dettaglio importante. I pescatori del Canale di Velebit sanno che Marina è dalla loro parte e sono orgogliosi del lavoro che sta svolgendo con loro, la assistono  nel monitoraggio e nella raccolta dei dati e le forniscono  preziose conoscenze locali per le sue ricerche. Anche il WWF è strettamente coinvolto, collaborando con Marina e con i pescatori per raccogliere tutte le informazioni e per sperimentare modifiche agli attrezzi, con l’obiettivo di aumentare la selettività e migliorare la qualità del pescato. Se un numero maggiore di pescatori abbandonerà la pesca a strascico degli scampi per passare alle trappole, gli stock e il più ampio ecosistema marino dell’Adriatico ne trarranno beneficio.

Nelle foto Marina Mašanović fornisce le conoscenze scientifiche necessarie per rendere sostenibile la pesca nel Canale del Velebit. © Ante Gugić

Ma perché ciò accada, è necessario che le norme di gestione della pesca siano fondate su solide basi scientifiche e che gli effetti delle attività di pesca siano monitorati nel tempo con un metodo scientifico. Il lavoro di Marina, che studia la densità di popolazione, l’effetto delle dimensioni delle maglie degli attrezzi da pesca, i meccanismi di ingresso e di fuga, i tassi di sopravvivenza delle uova, la genetica della specie e altri fattori che influenzano la produzione, giocherà un ruolo fondamentale nella gestione della pesca nel Canale di Velebit, per i pescatori artigianali di oggi ma anche per le generazioni future.

Alla luce delle scoperte di Marina, i pescatori locali stanno modificando i loro attrezzi per massimizzare la selettività e il WWF sta portando avanti dei corsi che aiutano i pescatori ad accedere ai fondi dell’Unione Europea (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura – FEAMPA) per finanziare i miglioramenti che vengono apportati.
Il WWF sta inoltre fornendo assistenza per gli aspetti logistici della vendita diretta di prodotti ittici di alta qualità, assicurandosi che ci siano abbastanza infrastrutture lungo le coste per mantenere il pescato fresco e cercando delle soluzioni per mettere in piedi una rete di distribuzione che faccia arrivare gli scampi di prima scelta alle loro destinazioni finali  più rapidamente possibile.

I pescatori sono sempre stati protagonisti del lavoro per migliorare la sostenibilità della pesca nel Canale di Velebit, con voce in capitolo in tutte le decisioni.

Con il sostegno del WWF, alcuni pescatori hanno formato una cooperativa per ottenere il marchio e il riconoscimento ufficiale degli scampi del Velebit, convincendo gli acquirenti che il sovrapprezzo pagato per un prodotto pescato in modo più responsabile vale la pena, non solo per la qualità degli scampi, ma anche per il futuro sostenibile che stanno costruendo.

I pescatori stessi sono i migliori ambasciatori di ciò che stanno cercando di ottenere – la sostenibilità della piccola pesca.

Il fatto che Šime e alcuni dei suoi colleghi stiano facendo volontariamente più di quanto siano obbligati a fare per proteggere gli stock parla da sé ed è quella con la ricerca scientifica di Marina a supporto, il tipo di best practice che tutti coloro che lavorano con le risorse marine dovrebbero adottare, sia che si trovino in Croazia, nel Mediterraneo o in mari più lontani del mondo.

Come dice Šime, “noi pescatori siamo tutti in contatto tra di noi. Quando succede qualcosa qui, lo sanno anche a 1.000 km di distanza, quindi se viene introdotta una buona pratica, la si condivide. Se i pescatori sono più informati, cambieranno idea e modo di agire: bisogna andare avanti e farlo, poi diffondere la voce”.

Con il sostegno del WWF, alcuni pescatori sono decisi a rendere gli scampi del Velebit sostenibili e con un marchio ufficiale. ©Gianpaolo Rampini
La natura chiama. E a volte scrive anche. Iscriviti alla newsletter WWF

Utilizziamo cookie tecnici, indispensabili per permettere la corretta navigazione e fruizione del sito nonché, previo consenso dell’utente, cookie analitici e di profilazione propri e di terze parti, che sono finalizzati a mostrare messaggi pubblicitari collegati alle preferenze degli utenti, a partire dalle loro abitudini di navigazione e dal loro profilo. È possibile configurare o rifiutare i cookie facendo clic su “Configurazione dei cookie”. Inoltre, gli utenti possono accettare tutti i cookie premendo il pulsante “Accetta tutti i cookie”. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la nostra cookies policy.