Siamo talmente abituati a vedere il tonno sulle nostre tavole che non potremmo mai credere che sia stato prossimo all’estinzione. E’ considerato tra i pesci più preziosi dal punto di vista economico. Il suo valore commerciale è impressionante e per questo motivo il tonno rosso è stato pesantemente vittima della pesca illegale praticata soprattutto nelle sue zone di riproduzione e, in generale, in tutto il Mediterraneo.
L’ABC DELLA SPECIE
Il tonno rosso è uno dei più grandi pesci del Mediterraneo ed è il più grande della sua specie: arriva a misurare i 3 metri di lunghezza, per un peso che arriva ai 750 k; può vivere fino a 40 anni. Ha un corpo massiccio e allungato con una colorazione blu acciaio sul dorso, a volte molto scura, quasi nera. Il ventre e i fianchi sono invece bianco-argentei, talvolta con macchie più chiare. È un predatore vorace e temibile: il corpo aerodinamico gli permette di essere molto veloce e possiede la vista più acuta di qualsiasi altro pesce osseo. Ha una dieta composta da pesci come sardine e acciughe e sgombri ma si nutre anche di cefalopodi pelagici.
Il tonno rosso vive nell’Atlantico settentrionale, ma in primavera migra verso il Mediterraneo dove si riproduce, per tornare poi nell’oceano in autunno.
Questa specie alterna due fasi di vita: una erratica in cui il tonno vive in piccoli gruppi, e una gregaria, che coincide con l’inizio della stagione riproduttiva, ed è il periodo in cui si raggruppa in grossi branchi e migra verso le aree riproduttive che si trovano nel Medierraneo. I branchi tendono a passare negli stessi luoghi anno dopo anno e la conoscenza di queste rotte ha permesso la costruzione di impianti di pesca fissi dette ‘tonnare’; questa pesca avveniva in forma sostenibile e fa parte di quelle attività tradizionali che si praticavano lungo le coste italiane fino a pochi decenni fa.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
Dal Mar ligure, all’Adriatico fino al Tirreno meridionale, la presenza delle tonnare ha caratterizzato la vita sociale ed economica di molte comunità marinare. Tonno e pesce spada erano già noti anche ai Romani, ai Fenici e ai Cartaginesi che lo conservavano sotto sale.
LE MINACCE
I grandi pesci pelagici da molti anni subiscono la pressione delle flotte pescherecce asiatiche anche nel Mediterraneo. La pesca tradizionale con le tonnare a terra sfruttava il passaggio dei tonni durante le migrazioni e il prelievo avveniva in forma sostenibile. Oggi le moderne flotte pescherecce asiatiche dispongono di tecnologie e mezzi per saccheggiare letteralmente i banchi di tonno in mare aperto, con grave compromissione del rinnovamento degli stock ittici.
Lo sfruttamento eccessivo è quindi la minaccia principale che potrebbe portare a una “estinzione commerciale” della specie.
Il valore commerciale del tonno è impressionante e alimenta la cattura illegale. L’ultimo record per il prezzo del tonno rosso al chilogrammo risale al 2012: un esemplare di 269 kg è stato battuto all’asta nel mercato di Tokyo al prezzo di circa 2.100 euro/kg, per un totale di 565mila euro.
Lo sfruttamento eccessivo è quindi la minaccia principale che potrebbe portare a una “estinzione commerciale” della specie.
COSA FA IL WWF
Misure inefficaci di gestione della pesca del tonno e un’esecuzione delle regole insufficiente da parte delle organizzazioni regionali di gestione della pesca del tonno (RFMO) e dei loro governi membri (compresa l’UE e quindi i suoi membri) hanno permesso che la pesca eccessiva e le pratiche di pesca insostenibili mettessero sotto pressione le popolazioni di tonno e gli ecosistemi marini di cui fanno parte. Abbiamo bisogno di una pesca del tonno rispettosa della “salute degli oceani”. Il WWF non può farlo da solo e abbiamo bisogno della collaborazione di tutte le parti interessate del settore per avere successo. Vogliamo lavorare attivamente con i governi, i fornitori, i rivenditori, i pescatori, le istituzioni accademiche e altre organizzazioni per garantire la sostenibilità a lungo termine della pesca del tonno. Da oltre dieci anni siamo impegnati nella tutela del tonno rosso: una delle nostre vittorie più recenti è stata riportata all’ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico), in occasione della quale è stato stabilito di non aumentare le quote di pesca di tonno rosso a livelli insostenibili.
In Italia la lista rossa nazionale valuta la specie Quasi minacciata (NT) perché dipendente dalle misure di conservazione. Grazie alle misure di gestione del “Piano di ricostituzione del tonno rosso”, la specie risulta essere in notevole aumento negli ultimi anni. Tuttavia, l’efficacia delle misure di controllo e gestione sono fondamentali per non far peggiorare la situazione in breve tempo.
Negli ultimi anni la presenza di marchi che certificano la pesca sostenibile si sta affacciando sul mercato, compreso quello del tonno. Tuttavia, ci siamo opposti a questa certificazione perché non dimostra il raggiungimento della sostenibilità dello stock di tonno rosso. Si tratta purtroppo di una certificazione rilasciata oggi per un obiettivo di sostenibilità al 2025. Questo non rispecchia gli standard di certificazione rigorosi che sono necessari per salvaguardare uno degli stock ittici più preziosi dei nostri mari.
Insieme ad altre organizzazioni, abbiamo fornito prove su base scientifica che dimostrano che lo stock non è tuttora pescato entro i limiti della sostenibilità. La conservazione del tonno rosso dimostra come un’efficace tutela della biodiversità passa attraverso ricerca scientifica, azioni politiche e di lobby, istruttorie legali e conoscenza dell’ecologia delle specie viventi.