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© Jürgen Freund / WWF

Consumo responsabile

Come diventare consumatori responsabili?

A causa dell’enorme aumento della domanda di pesce, crostacei e molluschi in questi ultimi decenni, gli stock ittici di tutto il mondo sono spesso sovrasfruttati o ai limiti di uno sfruttamento sostenibile. Basti pensare che il consumo mondiale di pesce è aumentato del 122% dal 1990 al 2018.  

Il consumo mondiale di risorse marine (escluse le alghe) è aumentato ad un tasso medio annuo del 3% dal 1961, quasi il doppio rispetto alla crescita annuale della popolazione mondiale, e ha raggiunto i 20,2 kg pro capite nel 2020, più del doppio del consumo degli anni ‘60. 

Nel 2020, per il consumo umano diretto sono stati usati 157 milioni di tonnellate di risorse ittiche, pari all’89% della produzione; un volume leggermente superiore a quello del 2018, nonostante gli effetti della pandemia da COVID-19.  

L’Unione europea costituisce il principale importatore al mondo di prodotti ittici, oltre la metà dei quali viene importata, oltre che da Norvegia e UK, anche da Cina, Marocco e Ecuador, dove molte comunità locali basano il loro sostentamento sull’attività di pesca. Non va infatti dimenticato che nel mondo il pesce e i frutti di mare costituiscono la principale fonte di proteine per milioni di persone e rappresentano anche la merce più commercializzata e quindi trasportata. 

Sulle tavole degli italiani c’è più pesce di quanto se ne possa pescare nei nostri mari o allevare nei nostri impianti di acquacoltura. Due terzi della domanda nazionale di pesce è soddisfatto dal resto degli oceani, in particolare dai Paesi in via di sviluppo. In Italia ognuno di noi mangia in media circa 30 kg di prodotti ittici all’anno (fronte alla media europea di 23,28 kg) e ciò contribuisce a impoverire il Mediterraneo. 

Di fronte a questo, tutti noi possiamo fare qualcosa. 

É solo attraverso un consumo responsabile di prodotti nazionali ed esteri che si potranno sostenere i mari contro lo sfruttamento indiscriminato delle loro risorse spingendo i Governi a risolvere il problema della pesca insostenibile. 

Il pesce è vita

In alcuni Paesi in via di sviluppo, il pesce garantisce la metà, e in alcuni casi anche di più, dell’assunzione totale di proteine animali. 

Nel 2019 le risorse marine hanno contribuito per circa il 17% delle proteine animali consumate, raggiungendo il 23% nei paesi a reddito medio-basso e oltre il 50% in alcune parti dell’Asia e dell’Africa. 

Inoltre, i settori della pesca e dell’acquacoltura creano milioni di posti di lavoro lungo tutta la filiera di pesca e trasformazione: nel 2020 gli occupati totali nel settore primario della pesca e dell’acquacoltura erano 58,5 milioni, di cui il 21% donne. Il 35% di loro era impiegato nell’acquacoltura e il 65% nella pesca. L’Europa e il Nord America hanno registrato le maggiori diminuzioni nel numero di impiegati, in particolare nel settore pesca. Inoltre, in milioni sono impiegati nei settori della trasformazione e del commercio del pesce. 

L’importanza della piccola pesca nel Mediterraneo

Il sovrasfruttamento del Mar Mediterraneo è una minaccia anche per i pescatori artigianali e per le comunità costiere locali in generale. 

Nel Mediterraneo e nel Mar Nero, il settore pesca genera un fatturato annuo totale stimato di 2,9 miliardi di dollari. Tuttavia, questa cifra rappresenta solo una parte del più ampio impatto socio-economico della pesca nella regione, che si stima sia almeno 2,6 volte più grande (circa 7,7 miliardi di dollari). Le attività di pesca della regione impiegano 194.000 persone direttamente a bordo dei pescherecci; mentre l’aggiunta di altri posti di lavoro legati alla filiera ittica, (attività connesse pre e post-cattura), porta il totale stimato a circa 500.000 posti di lavoro. 

La pesca artigianale costituisce l’82% della flotta nel Mediterraneo e nel Mar Nero, dà lavoro a circa 114.000 persone e genera entrate per circa 0,8 miliardi di dollari. Tuttavia, per quanto impressionanti siano questi numeri, non mostrano il valore umano di questo settore a cui sono storicamente legate famiglie che da generazioni si dedicano a questo lavoro. L’economia delle comunità costiere dipende dai pescatori artigianali e la pesca artigianale anima da secoli tradizioni locali uniche. 

La cultura della pesca è una parte fondamentale della tradizione del Mediterraneo. La piccola pesca locale è un vettore intergenerazionale di conoscenza e di buone pratiche, ha inoltre la possibilità di essere condotta in modo sostenibile. 

L’attuale situazione della pesca nel Mediterraneo riflette quella globale: abbiamo bisogno urgente di gestire meglio gli stock ittici e gli oceani, se vogliamo che il pesce continui a nutrire le generazioni future. 

Cosa fa il WWF

Da anni ci impegniamo in attività di sensibilizzazione dei consumatori ed educazione dei più giovani verso il rispetto degli oceani anche a partire dalle tavole, attraverso un consumo moderato e responsabile di prodotti ittici. Inoltre, lavoriamo con i pescatori affinché adottino pratiche più sostenibili, con le aziende affinché si impegnino nella trasformazione della loro filiera produttiva, verso un approvvigionamento più sostenibile, con le autorità nazionali e internazionali affinché garantiscano una gestione adeguata della pesca. Monitoriamo inoltre le certificazioni della pesca, chiedendone il costante miglioramento e allertando i consumatori quando queste vengono assegnate ad attività di pesca non sostenibili.  

Criteri di scelta dei prodotti ittici

In qualità di consumatore, è importante rivalutare il proprio consumo di pesce (inclusi crostacei, molluschi e frutti di mare in generale) come una prelibatezza, da scegliere solo in occasioni speciali, non quotidianamente

Adottare comportamenti responsabili significa anche imparare a scegliere prodotti ittici che siano pescati in modo tale da preservare le risorse ittiche e i pescatori che da esse dipendono. 

Ecco cosa puoi fare: 

Ci battiamo per favorire un vero e proprio cambiamento culturale a partire dai singoli individui, con l’obiettivo di raggiungere concretamente la sostenibilità e cioè imparare a vivere tutti nei limiti di un solo pianeta. Ognuno di noi può esercitare un importante ruolo ogni volta che acquista un prodotto alimentare che è stato pescato con metodi più sostenibili. Rispetta sei semplici regole che aiuteranno a diminuire il nostro impatto sul pianeta

  • Scegli una dieta prevalentemente a base vegetale (ricca di cereali, frutta, verdura, legumi) con moderate quantità di proteine animali.
  • Diversifica la tua dieta: variare scegliendo specie meno comuni, comporta una pressione più bilanciata sulle risorse marine, che favorisce il mantenimento della biodiversità. Prediligi le specie meno comuni pescate con metodi artigianali a “miglio zero”: supporta soprattutto i pescatori artigianali impegnati in un percorso verso la sostenibilità, informandoti presso la marineria o online sui progetti esistenti nel Mediterraneo ( Transforming Mediterranean Small Scale Fisheries). 
  • Acquista solo individui adulti: un pesce troppo giovane, ossia inferiore a certe dimensioni, non ha ancora avuto il tempo di riprodursi. Informati sulle taglie minime di riproduzione, che non sempre corrispondono a quelle minime di riferimento per la conservazione, previste per legge, per essere certi di acquistare pesce legale e adulto. Così facendo, contribuirai a favorire il ciclo vitale e riproduttivo della specie.
  • Controlla l’etichetta del pesce che stai acquistando: per legge europea, i prodotti ittici devono essere dotati di etichetta che indichi la denominazione commerciale della specie, il suo nome scientifico, il metodo di produzione (pescato, pescato in acque dolci, allevato), la zona di cattura (denominazione scritta della sotto-zona o divisione compresa nelle zone di pesca della FAO) o il paese di allevamento e il metodo di cattura. Confronta la provenienza e il metodo di produzione con le indicazioni di WWF per sapere se il pesce che stai acquistando è stato pescato o allevato in maniera più o meno responsabile. Se non trovi queste informazioni meglio non acquistare il prodotto, in questo modo supporti la lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.
  • Controlla l’esistenza di certificazioni di approvvigionamento sostenibile: le certificazioni possono aiutare a migliorare la sostenibilità delle attività di pesca e/o di allevamento. Prediligi prodotti certificati che dimostrano un approvvigionamento o un metodo di allevamento responsabile o biologico, verificando al contempo la guida WWF. 
  • Non acquistare mai specie protette o minacciate: non acquistare specie protette, come il dattero di mare, evita di consumare squali e razze (molte specie sono protette e molte altre sono spesso a rischio di estinzione, non esistono ad oggi attività di pesca sostenibile di squali e razze); non acquistare specie minacciate secondo la IUCN*, come la Cernia bruna o l’Ombrina bocca d’oro.   

* Unione Internazionale per la Conservazione della Natura

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