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© Frédéric BASSEMAYOUSSE / WWF-Mediterranean

Pesca sostenibile

Pesca eccessiva e illegale

Una delle minacce più gravi per la sostenibilità dei nostri mari e di tutte le specie che li popolano è rappresentata dalla pesca eccessiva. Il 34% degli stock ittici globali è sfruttato al di sopra del livello di sostenibilità e il 60% sfruttato a pieno regime. Le condizioni degli stock ittici globali sono allarmanti e sono aggravate da pratiche di pesca non sostenibili, tra cui la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, la distruzione di habitat critici e la cattura accidentale di specie minacciate e di giovanili di specie target. Nel Mediterraneo la situazione è molto grave, si stima che il 75% degli stock siano soggetti a sovrasfruttamento.

La pesca illegale è una minaccia complessa e dilagante per gli stock ittici mondiali e per le comunità che dipendono dagli stessi. Ogni anno, in tutto il mondo vengono pescate illegalmente tra 11 e 26 milioni di tonnellate di pesce con perdite annuali totali tra i 10 e i 23,5 miliardi di dollari. I controlli sulle importazioni in alcuni dei più importanti Stati europei sono ancora molto deboli e questo fa si che le catture illegali riescano ancora a entrare nella filiera UE

Pesca distruttiva

Il problema dello sfruttamento intensivo delle risorse ittiche non colpisce soltanto le specie di maggiore interesse commerciale, le cosiddette “specie target”, ma anche tutte quelle specie che vengono catturate accidentalmente da attrezzi di pesca poco selettivi. La cattura di specie non desiderate è uno dei problemi più gravi e insoluti della pesca in tutto il mondo. Quindi l’attività di pesca ha un doppio impatto sulla biodiversità marina: sfruttando intensamente la risorsa in modo non sostenibile e causando la morte di molte specie non oggetto di pesca, catturate accidentalmente.

Nel Mediterraneo, la percentuale scartata totale è circa il 18,6% delle catture ma in alcune attività di pesca può arrivare fino al 70 % del pescato e interessa sia le specie prive di valore commerciale sul mercato, sia gli individui di specie target sotto la taglia minima di conservazione.
Lo scarto ha un impatto sia sugli stock di interesse commerciale, perché colpisce gli individui giovani prima che abbiano raggiunto l’età riproduttiva, riducendo drasticamente la produttività degli stock stessi, sia sull’ecosistema, perché interi habitat marini vengono danneggiati e le reti trofiche sono alterate. Inoltre, specie minacciate come mammiferi marini o tartarughe marine vengono spesso catturate accidentalmente (bycatch).

La riduzione dello scarto della pesca è fondamentale anche per l’economia dei pescatori, infatti secondo la recente riforma della Politica Comune della Pesca, per le principali specie demersali, gli individui sotto la taglia minima di conservazione catturati accidentalmente devono essere sbarcati, ma non possono essere venduti per il consumo umano.  Queste catture occupano quindi un ingente spazio a bordo a discapito dello spazio disponibile per pesce commerciabile. Sono quindi gli stessi pescatori che hanno interesse a evitare la cattura di tali individui.

  • 34%
    degli stock ittici del Pianeta è sovrasfruttato
  • 75%
    degli stock ittici del Mediterraneo è sovrasfruttato
  • 70%
    Può essere la percentuale di pesce scartato nel Mediterraneo

Il tonno rosso

Il tonno rosso è il più grande della sua specie e può vivere fino a 40 anni. I tonni rossi sono “disegnati” per essere veloci, con un corpo aerodinamico a forma di siluro, predatori voraci, si cibano scuole di pesci come acciughe, sardine e sgombri. Cacciano dalla vista e hanno la visione più nitida di qualsiasi altro pesce osseo. La maggior parte delle catture di tonno rosso avvengono nel Mar Mediterraneo, la più importante area di pesca del tonno rosso al mondo. Nell’ultimo decennio del XX secolo la nuova pratica di allevamento e ingrassamento di tonni selvatici catturati in natura ha cominciato a proliferare senza controllo causando un aumento della domanda di grandi tonni selvatici che ha alimentato un massiccio sviluppo delle flotte industriali di pesca a circuizione, determinando la loro espansione su praticamente tutte le acque del Mediterraneo dove il tonno rosso si aggrega per riprodursi.

Cosa fa il WWF

Lavoriamo coni  pescatori affinché adottino pratiche più sostenibili, con le aziende affinché si impegnino nella trasformazione della loro filiera produttiva,  verso un approvvigionamento più sostenibile, con le autorità nazionali e internazionali affinché garantiscano una gestione adeguata della pesca. Sensibilizziamo i consumatori verso un consumo responsabile di pesce.

Cosa puoi fare tu

Ci battiamo per favorire un vero e proprio cambiamento culturale a partire dai singoli individui, con l’obiettivo di raggiungere concretamente la sostenibilità e cioè imparare a vivere tutti nei limiti di un solo pianeta. Ognuno di noi può esercitare un importante ruolo ogni volta che acquista un prodotto alimentare che è stato pescato con metodi sostenibili. Rispetta cinque semplici regole che aiuteranno a diminuire il nostro impatto sul pianeta:

  • scegli prodotti pescati con metodi artigianali a “miglio zero”, provenienti localmente;
  • diversifica la tua dieta, scegliendo non solo le specie più pregiate e note: nel Mediterraneo ci sono oltre 500 specie di pesce commestibili, ma solo una ventina sono quelle scelte abitualmente.
  • acquista solo pesci adulti che si sono già riprodotti;
  • controlla l’origine del pesce che stai acquistando, la sua provenienza, se è stato pescato, allevato, se si tratta di pesce fresco o scongelato;
  • preferisci prodotti certificati MSC (Marine Stewardship Council), ASC (Aquaculture Stewardship Council) o biologico per garantire una scelta secondo criteri di sostenibilità.
  • Attivati
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    Scopri #GenerazioneMare la nostra campagna dedicata alla tutela del Mediterraneo.

  • Cambia stile di vita
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    Scopri come ridurre il tuo impatto con un'alimentazione sostenibile.

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